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Compliance proattiva: oltre l’adempimento formale

CO-CREIAMO SOLUZIONI

Quando parliamo di compliance, spesso il primo pensiero corre all’idea di un insieme di regole da rispettare, a procedure rigide, a vincoli burocratici che rallentano i processi e che vengono percepiti come un ostacolo alla libertà d’azione dell’impresa.

Per anni, molte aziende hanno considerato la compliance come un costo necessario, una sorta di assicurazione per evitare sanzioni, responsabilità o danni reputazionali. Io credo invece che questa visione sia riduttiva e, soprattutto, non più adeguata al contesto competitivo in cui operiamo.

La compliance, se interpretata e applicata in modo corretto, non rappresenta un freno, ma un vero e proprio volano di crescita, uno strumento che aumenta l’affidabilità dell’azienda, ne rafforza la solidità organizzativa e crea valore tangibile per tutti gli stakeholder.

In qualità di Responsabile del Dipartimento Legale Appalti, Contratti, Rischi e Compliance di Sagres S.p.A., ho avuto modo di sperimentare quotidianamente come un approccio proattivo alla compliance possa trasformarsi in una risorsa preziosa e concreta.

Non si tratta solo di rispettare la normativa, ma di sviluppare un modello dinamico che diventi parte integrante della governance aziendale. Come affermo spesso: “la compliance non è soltanto un insieme di regole da rispettare, ma un sistema dinamico, flessibile e integrato nei processi aziendali, che tutela l’impresa dall’interno e allo stesso tempo rafforza la fiducia dei clienti e dei partner”.

Questo articolo nasce proprio per raccontare la mia visione e illustrare il modo in cui, in Sagres, abbiamo scelto di trasformare la compliance da obbligo normativo a leva strategica.

Si tratta di un percorso che ha portato la nostra organizzazione a integrare la compliance in ogni scelta aziendale, utilizzandola non come barriera, ma come strumento di fiducia, resilienza e competitività, capace di supportare la crescita e garantire stabilità nel lungo periodo.

Da vincolo a valore: l’evoluzione della compliance

Per comprendere la portata innovativa di una compliance proattiva, è utile guardare al passato. Tradizionalmente, la compliance veniva vissuta come un vincolo, una serie di controlli esterni necessari per evitare errori o violazioni. Era un approccio difensivo: “facciamo il minimo indispensabile per non rischiare sanzioni”.

Oggi questo paradigma non è più sufficiente. I mercati sono regolamentati in modo sempre più stringente, le autorità di vigilanza richiedono trasparenza e i clienti pretendono garanzie concrete. Limitarsi a un approccio difensivo significa restare indietro.

La vera svolta avviene quando la compliance diventa valore:

  • valore per l’azienda, perché consente di prevenire criticità e garantire continuità;
  • valore per i clienti, che trovano in essa una garanzia di serietà e stabilità;
  • valore per i partner, che possono costruire relazioni basate sulla fiducia reciproca.

In Sagres abbiamo scelto di ribaltare la prospettiva.

Non vediamo la compliance come un ostacolo burocratico, ma come uno strumento che ci permette di rafforzare la nostra identità aziendale e il nostro posizionamento sul mercato.

La mia visione di compliance proattiva

Alla guida del Dipartimento Legale di Sagres, coordino attività che spaziano dalla contrattualistica alla gestione delle gare d’appalto, dalla valutazione dei rischi fino all’implementazione e al monitoraggio del modello 231. In ciascuno di questi ambiti, la compliance non è mai intesa come un semplice adempimento formale o passivo, ma come una vera e propria leva strategica capace di creare valore e rafforzare la fiducia all’interno e all’esterno dell’azienda. Ogni processo, ogni decisione e ogni contratto rappresentano un’opportunità per integrare la compliance in modo proattivo, trasformandola da obbligo normativo a strumento operativo concreto.

Per me, la compliance diventa realmente efficace quando non si limita a “controllare” ciò che è già stato fatto, ma entra nella progettazione stessa dei processi aziendali. In questo modo, le attività vengono sviluppate sin dall’inizio nel pieno rispetto delle normative, con una logica di trasparenza e responsabilità che rafforza l’intera organizzazione. Questo approccio consente di prevenire criticità, ridurre rischi e creare una cultura condivisa basata sulla correttezza e sulla coerenza.

Come amo ripetere: “il diritto non è un ostacolo burocratico, bensì una leva strategica in grado di generare valore, ridurre i rischi e costruire basi solide per la crescita sostenibile dell’azienda”. È questa visione che guida ogni mia scelta e che rende la compliance un elemento distintivo e fondamentale nel percorso di sviluppo di Sagres.

Compliance e gestione del rischio: due facce della stessa medaglia

Un approccio proattivo alla compliance si traduce inevitabilmente in una gestione attenta, metodica e strutturata dei rischi. In Sagres non ci limitiamo a verificare la semplice conformità delle procedure, ma adottiamo metodologie avanzate di risk assessment che ci consentono di individuare, valutare e anticipare i rischi prima che possano trasformarsi in problemi concreti. Questo approccio proattivo rende la compliance uno strumento operativo essenziale, non un mero obbligo formale.

La compliance, infatti, è strettamente intrecciata con il risk management: solo attraverso l’analisi dei possibili scenari critici possiamo predisporre strumenti, protocolli e soluzioni adeguate. Anticipare le difficoltà significa minimizzare le conseguenze negative e, in molti casi, trasformare il rischio in un’opportunità di miglioramento e innovazione.

Un esempio concreto: nella redazione dei contratti non ci limitiamo a inserire clausole difensive standard, ma analizziamo in profondità i rischi legali, operativi e finanziari legati all’accordo. Questo ci permette non solo di tutelare Sagres, ma anche di proporre soluzioni equilibrate e trasparenti, rafforzando la fiducia e la collaborazione dei clienti, consolidando così la reputazione aziendale.

Il modello 231: compliance come architettura della fiducia

Tra i pilastri della compliance in azienda, il modello 231 occupa un ruolo centrale e distintivo. Per molte realtà rappresenta semplicemente un obbligo imposto dalla legge, una formalità da rispettare per evitare sanzioni o responsabilità. In Sagres, invece, lo interpretiamo come una vera e propria architettura della fiducia, un sistema in grado di supportare la strategia aziendale e di rafforzare la nostra reputazione sul mercato.

Grazie al modello 231 possiamo costruire un sistema di controlli interni estremamente efficace, che non si limita a prevenire eventuali illeciti, ma che garantisce anche trasparenza, responsabilità e tracciabilità in ogni fase dei processi aziendali. Ogni attività è attentamente monitorata, ogni decisione è documentata e verificabile, creando così un contesto di sicurezza solido sia per l’azienda sia per i nostri partner e clienti. Questo approccio permette di affrontare con consapevolezza e sicurezza le complessità operative quotidiane, riducendo rischi e incertezze.

Quando comunichiamo ai clienti che adottiamo il modello 231 in maniera rigorosa, integrata e pienamente operativa, trasmettiamo un messaggio chiaro e autorevole: Sagres è un interlocutore serio, affidabile e orientato alla correttezza. È per questo motivo che considero il modello 231 una delle manifestazioni più tangibili di una compliance proattiva, capace di trasformare un obbligo normativo in un vero strumento strategico, rafforzando la fiducia e costruendo relazioni solide e durature.

La centralità del cliente nella compliance

Uno dei principi che mi sta più a cuore è la centralità del cliente all’interno dei processi di compliance. Ogni contratto redatto, ogni protocollo attivato, ogni valutazione dei rischi ha come obiettivo non solo la tutela della nostra azienda, ma anche la protezione e la valorizzazione dei nostri partner. La compliance, in questo senso, diventa un vero e proprio strumento di relazione, capace di rafforzare la fiducia e di consolidare la collaborazione nel tempo.

Per i clienti, la compliance non è un concetto astratto o un mero adempimento burocratico. È una forma di sicurezza concreta: la garanzia che i progetti saranno portati avanti con continuità, che le attività rispetteranno le normative vigenti, che eventuali criticità saranno anticipate e gestite senza compromettere i risultati, e che potranno contare su un partner affidabile e trasparente.

Come affermo spesso: “la solidità dei rapporti contrattuali e la chiarezza normativa rappresentano per i clienti una vera e propria forma di sicurezza, una garanzia che va ben oltre il mero adempimento formale”. In questo modo, la compliance diventa un valore condiviso, capace di trasformare ogni rapporto commerciale in una partnership strategica e duratura, fondata sulla fiducia reciproca, la responsabilità e la trasparenza dei processi.

Il contratto come strumento di compliance proattiva

La mia esperienza mi ha portato a considerare il contratto come il vero punto di partenza di ogni attività aziendale. Non è soltanto un documento legale destinato a disciplinare rapporti tra le parti, ma un vero e proprio strumento strategico che incarna la logica della compliance proattiva. Ogni contratto, se redatto con attenzione e visione, diventa il fondamento su cui si costruiscono fiducia, stabilità e continuità operativa.

Un contratto ben strutturato non rappresenta un muro difensivo eretto per proteggere le parti l’una dall’altra, ma piuttosto un ponte di collaborazione. All’interno di esso trovano spazio clausole chiare, responsabilità condivise e obiettivi comuni, che trasformano un atto formale in una piattaforma concreta di cooperazione. È il terreno fertile su cui germogliano partnership solide e durature, capaci di resistere alle complessità del mercato e di adattarsi con flessibilità alle sfide che inevitabilmente emergono.

In passato i contratti erano percepiti come strumenti quasi esclusivamente orientati a prevenire conflitti e a delimitare rischi. Oggi, invece, sotto la mia guida in Sagres, li utilizziamo come strumenti di crescita e di rafforzamento delle relazioni. Ogni clausola viene pensata non per dividere, ma per unire; non per bloccare, ma per facilitare. Questo approccio rappresenta un esempio tangibile di come la compliance possa evolversi da mera formalità burocratica a leva strategica, capace di generare valore aggiunto e consolidare la reputazione aziendale.

Compliance e reputazione: il valore della fiducia

Nell’attuale scenario economico, la reputazione è un asset fondamentale, forse più difficile da costruire e allo stesso tempo più fragile da mantenere. Bastano pochi secondi per compromettere anni di lavoro: una sola violazione delle regole, anche se frutto di disattenzione o di una gestione non aggiornata, può minare irrimediabilmente la fiducia di clienti, stakeholder e mercato. È in questo contesto che la compliance assume un valore strategico ineguagliabile.

La compliance agisce infatti come uno scudo reputazionale. Un’azienda che dimostra coerenza, trasparenza e rigore non solo riduce il rischio di incorrere in sanzioni, ma rafforza la propria immagine esterna. La percezione di serietà e affidabilità si traduce in un vantaggio competitivo concreto: i clienti sono più inclini a scegliere partner che trasmettono sicurezza e stabilità, mentre gli stakeholder sono più propensi a sostenere progetti guidati da imprese che operano nel rispetto delle regole e degli standard etici. Per questo sostengo con convinzione che investire nella compliance equivalga a investire direttamente nel capitale reputazionale dell’impresa, perché senza fiducia nessun modello di business può durare nel tempo.

In Sagres abbiamo fatto della compliance non un mero obbligo, ma un elemento identitario. Ogni nostro partner sa che può contare su di noi non solo per la qualità tecnica dei servizi, ma anche per la serietà, la coerenza e la trasparenza con cui gestiamo i processi e i rischi. È questa integrazione tra competenza operativa e affidabilità etica a renderci un interlocutore solido e un punto di riferimento per chi cerca un partner di lungo periodo.

Compliance integrata: il valore aggiunto per Sagres

Adottare una compliance proattiva significa ottenere vantaggi concreti. Nel nostro caso, i benefici sono evidenti:

  • maggiore resilienza organizzativa;
  • relazioni commerciali più solide;
  • miglioramento continuo dei processi interni;
  • crescita della reputazione aziendale.

Il mio dipartimento non è un semplice organo di controllo. È un alleato strategico del management, un facilitatore che rende possibili nuove opportunità. Ogni scelta normativa diventa così un investimento nella stabilità e nello sviluppo sostenibile.

Perché la compliance sia davvero efficace, non è sufficiente introdurre regole o predisporre protocolli formali. La sola presenza di norme interne non garantisce la solidità del sistema. Ciò che fa realmente la differenza è la diffusione di una cultura condivisa, capace di orientare i comportamenti quotidiani e di diventare parte integrante del modo in cui l’azienda lavora e prende decisioni.

In Sagres investiamo costantemente per fare in modo che ogni collaboratore comprenda non soltanto l’obbligo di conformarsi alle regole, ma anche il valore strategico che la compliance rappresenta per la nostra crescita e per la fiducia dei clienti. Attraverso attività di formazione continua, momenti di confronto aperto e processi trasparenti, ci impegniamo a trasmettere il messaggio che la compliance non è un’imposizione calata dall’alto, bensì un approccio culturale, un metodo di lavoro e una garanzia di affidabilità. È questa trasformazione culturale, lenta ma progressiva, che assicura la reale efficacia del sistema e lo rende parte dell’identità aziendale.

Best practice di compliance proattiva

Sulla base della mia esperienza, posso riassumere alcuni principi chiave che ritengo fondamentali per rendere la compliance non solo un obbligo, ma un motore di valore.

Il primo è integrare la compliance nella governance aziendale. Questo significa che le regole e i protocolli non devono essere considerati elementi esterni o separati rispetto alla gestione strategica, ma devono far parte delle decisioni più rilevanti. Una governance che include la compliance come parametro guida garantisce che ogni scelta sia valutata non solo in termini economici, ma anche in termini di sostenibilità, trasparenza e coerenza normativa.

Il secondo principio è adottare un approccio proattivo al risk management. La differenza tra reagire a un rischio già concretizzato e saperlo anticipare è enorme. Essere proattivi significa dotarsi di strumenti e competenze capaci di individuare i rischi potenziali prima che diventino criticità reali, trasformandoli così in opportunità di rafforzamento dei processi e delle relazioni con i clienti.

Il terzo aspetto è utilizzare strumenti digitali per monitoraggio e analisi. Le tecnologie oggi disponibili consentono di avere un controllo costante, puntuale e tempestivo su procedure, contratti e flussi informativi. Digitalizzare i processi di compliance significa ridurre margini di errore, aumentare la tracciabilità e garantire maggiore efficienza, senza appesantire l’operatività aziendale.

Infine, ritengo indispensabile comunicare con chiarezza ai clienti il valore aggiunto della conformità. La compliance non deve restare un processo interno invisibile, ma deve essere percepita come una garanzia di sicurezza e affidabilità. Raccontare in modo trasparente le scelte e i protocolli adottati rafforza la fiducia, consolida i rapporti e posiziona l’azienda come partner solido e lungimirante.

Queste pratiche, se applicate con costanza e convinzione, non solo garantiscono la conformità normativa, ma trasformano la compliance in una vera risorsa strategica, rafforzando la competitività e contribuendo a consolidare la reputazione dell’impresa nel tempo.

Oltre la regola, la visione

La compliance non è un traguardo da raggiungere una volta per tutte, ma un percorso continuo, fatto di adattamento, miglioramento e consapevolezza. Non è un vincolo sterile imposto dall’esterno, bensì una leva strategica che, se ben gestita, può diventare un autentico motore di crescita e di innovazione. In Sagres abbiamo scelto di trasformarla da mero adempimento formale a fattore distintivo, capace di consolidare la fiducia dei clienti, rafforzare la reputazione e garantire una crescita sostenibile nel tempo. La compliance, infatti, è ciò che ci consente di affrontare il cambiamento con strumenti solidi, di anticipare le criticità e di presentare sul mercato un modello di business trasparente e resiliente.

Come sostengo spesso: “ogni documento contrattuale, nella mia prospettiva, non è solo un insieme di clausole, ma un patto di collaborazione che sancisce obiettivi comuni e responsabilità condivise”. Questa frase sintetizza bene la mia visione: la compliance non è mai un ostacolo, ma un linguaggio comune che ci permette di costruire rapporti duraturi e fondati sulla fiducia reciproca.

Il futuro, ne sono convinto, appartiene alle aziende che sapranno interpretare la compliance non come un limite burocratico, ma come un’opportunità concreta per distinguersi. È questa la visione che porto avanti con orgoglio in Sagres: una visione in cui la compliance diventa architettura di fiducia, garanzia di stabilità e fondamento di uno sviluppo equilibrato, duraturo e condiviso con i nostri stakeholder.

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